'Non è la panacea ma può sostenere il sistema immunitario'
"La nostra raccomandazione, in una emergenza di questo tipo, è quella di consigliare alla popolazione ed in particolare agli over 65 la supplementazione di vitamina D (Colecalciferolo) con l'assunzione di almeno 1.000 unità al giorno". Lo dichiara Maria Luisa Brandi, presidente della Fondazione Firmo sulle malattie ossee, sulle ipotesi per cui l'assunzione della vitamina potrebbe contribuire a prevenire o rallentare l'infezione da Coronavirus. "La vitamina D non può e non deve essere considerata la panacea per tutti i mali", avverte Brandi, ordinario di endocrinologia e malattie del metabolismo all'Università di Firenze, ricordando che "noi ci siamo da tempo espressi con forza per riportare l'uso di questo ormone al suo obiettivo primario che è quello di aiutare e regolare il metabolismo minerale, sia in prevenzione primaria che secondaria dell'osteoporosi che, purtroppo, si stima arrivi a colpire fino a 5 milioni di italiani.
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Gianni Rezza: "Il piano pandemico aggiornato c'è, ma va approvato e ben finanziato". Il punto sulla trasmissione da uomo a uomo
Panel di esperti coinvolti nella stesura del documento: Vincenzo Baldo, Paolo Castiglia, Rosita Cipriani, Giovanni Gabutti, Sandro Giuffrida, Laura Sticchi, Maria Grazia Zuccali
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Uno studio italiano condotto su 18.000 persone ha dimostrato che la presenza di bassi livelli di albumina è associata alla mortalità per cancro e malattie cardiovascolari negli individui di età pari o superiore ai 65 anni
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Greco (S.I.d.R.): “Prevenzione decisiva a supporto di genetica e stili di vita”
Pubblicate sull’European Journal of Cancer le raccomandazioni stilate da esperti provenienti da 5 continenti e da società scientifiche internazionali
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Radiologi e clinici del Policlinico Gemelli hanno ideato un metodo per 'taggare' con una piccola spirale metallica (microcoil) queste lesioni
Di natura infiammatoria cronica e progressiva, è provocata da un “corto circuito” del sistema immunitario. Interessa l’esofago causandone il restringimento. La sua principale conseguenza è che diventa difficile, a volte impossibile, la deglutizione
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